10/05/2021
Il recupero crediti

La Hamilton SpA svolge un’attività di recupero crediti da oltre trent’anni, offrendo la propria assistenza alle realtà bancarie e aziendali su tutto il territorio nazionale, senza mai dimenticare un approccio sartoriale con ciascun Cliente.

Occorre, in primis, spiegare in cosa consiste l’attività di recupero crediti.

L’attività di “recupero crediti” mira ad ottenere il pagamento, da parte di un debitore inadempiente, della somma di denaro dovuta al creditore, in tempi stabiliti.

Requisiti necessari per procedere ad una riscossione sono la presenza di un credito che sia:

  1. Certo, ossia il creditore deve dimostrare l’esistenza del credito e il suo diritto a ricevere la somma dovuta.

  2. Liquido, ossia il credito deve essere determinato o facilmente determinabile nel suo ammontare.

  3. Esigibile, il credito non deve essere sottoposto a vincoli e condizioni o, se è sottoposto a un termine, dovrà prima essere scaduto.

L’inadempimento trova spesso la sua fonte in ragioni di forte difficoltà economica, tuttavia il credito, all’interno dell’azienda rappresenta una fonte di ricchezza dalla quale non può prescindere, pertanto è necessario procedere ad una sua riscossione puntuale.

Una dilazione nei tempi di rientro delle suddette somme, può, infatti, portare a profondi danni per l’azienda, per questo affidarsi ad una società specializzata nel settore è la soluzione più efficace ed efficiente per ottenere, in tempi brevi, il credito insoluto.

È un’attività stragiudiziale che porta alla soluzione di un possibile futura controversia in tempi rapidi ed in costi decisamente più contenuti.

Cos’è una procedura stragiudiziale e quali sono le differenze rispetto a quella giudiziale?

È un’attività che si svolge al di fuori del Tribunale, senza che vi sia l’intervento del Giudice, ma per la quale resta comunque l’obbligo di non violare norme di legge. La sua esternalità, rispetto ai normali contenziosi nei Tribunali, infatti, non esimono i soggetti che vi operano a disconoscere le norme vigenti e le leggi di settore, di volta in volta, coinvolte.

Detta attività viene usualmente posta in essere da un’agenzia di recupero crediti, anche in forza del fatto che non sussiste una legittimazione esclusiva ad agire per i consulenti legali o gli avvocati.

Da questo deriva una riduzione dei costi di recupero, stante la professionalità dell’agenzia che si occupa esclusivamente di questa attività, acquisendo skills specifiche e modalità efficaci di persuasione, e l’iter molto più agevole e snello, rispetto ad un comune rapporto fiduciario con un legale.

Tuttavia, per completezza di informazioni, è doveroso dire che per la riscossione dei crediti si può decidere di intraprendere anche la via giudiziale, andando direttamente in Tribunale. Tale scelta porta con sé degli aspetti negativi sui quali soffermarci e che, se conosciuti, condurranno sempre ad effettuare come prima scelta (non esclusiva della seconda) quella della via stragiudiziale c.d. via bonaria.

In primis, il recupero crediti per via giudiziale ha un iter burocratico lento e complesso.

In via preliminare, prima di agire per il recupero, è opportuno effettuare un’analisi patrimoniale del debitore in modo da stabilire se vi sono sufficienti probabilità di esito positivo della procedura tali da giustificare i costi legali da corrispondere. Questa analisi, in particolare, consente di stabilire se vi sono beni del debitore aggredibili in sede di esecuzione forzata (cioè pignorabili).

 

Inoltre, il procedimento giudiziale ha tempi lunghi e costi elevati.

Secondo la ricerca “L’incidenza delle tempistiche e i costi giudiziari nei portafogli NPLs”, esposta da Intrum Law Italy in occasione dell’NPL Day 2017, i processi civili in Italia continuano ad avere rilevanti problematiche in merito alla loro durata ed i loro costi, ciò nonostante le diverse migliorie normative attuate per rendere maggiormente efficiente il sistema giudiziario nazionale.

Dallo studio emerge che in Italia sono necessari più di 500 giorni per arrivare al termine di una causa civile in primo grado, peggio di noi, solamente Cipro, che ne richiede oltre 600.

L’analisi di Intrum Law Italy, in particolare si è focalizzata sulle tempistiche e i costi di un processo civile per il recupero dei crediti, rilevando che per concludere un’azione giudiziale di recupero crediti intrapresa con ricorso per decreto ingiuntivo, si riscontrano tempistiche estremamente maggiori rispetto al tempo massimo di attesa dei creditori (ossia 249 giorni), con una media di circa 328 giorni.  I medesimi dati sono stati identificati anche per i procedimenti intrapresi davanti al Giudice di Pace, dove la media calcolata è di 340 giorni, lontanissima dunque dal tempo massimo previsto di 249 giorni.

Oltre alle tempistiche, elevatissimi sono anche i costi relativi l’intervento legale per il recupero crediti. Per portare a compimento l’iter giudiziario, il creditore deve infatti sborsare mediamente dai 600 ai 1500 euro, sulla scorta del valore della causa ai quali devono aggiungersi i compensi per il legale riguardo la redazione del ricorso per decreto ingiuntivo, oltre a quelli conseguenti ad un eventuale giudizio di opposizione.

Vi è di più.

La pandemia da Covid-19 che ha colpito il nostro paese nell’ultimo anno ha condotto ad ulteriori rallentamenti della macchina giudiziaria che hanno portato ad un notevole peggioramento della situazione giudiziaria, già molto precaria.

Il nostro modo di lavorare e la possibilità di procedere con il ormai noto smartworking, ci ha invece consentito di continuare l’attività di recupero del credito nel pieno rispetto della normativa anticontagio, rimanendo a fianco dei soggetti che, durante il lungo e difficile periodo hanno dovuto affrontare situazioni debitorie significative, se non cruciali per il futuro della loro attività.

Da ultimo, il problema della sospensione feriale che ogni Tribunale effettua dal 1° al 31 agosto e che pone il creditore nell’impossibilità di ottenere il recupero del credito in quel lasso temporale per inattività della macchina giudiziaria.

Si precisa, però, che detto limite non vale per i crediti di lavoro dipendente. Ciò è stato ribadito dalla Corte di Cassazione che si è pronunciata in materia con l’ordinanza n. 3436 del 13.02.2017, affermando che non opera la sospensione feriale dei termini in relazione alle domande di ammissione al passivo aventi ad oggetto crediti del lavoratore nei confronti del proprio datore.

Da quanto sopra esposto, pertanto, appare evidente che il recupero crediti sia un’attività di fondamentale importanza per tutti, affidarla a degli specialisti porta numerosissimi vantaggi, primi tra tutti la riduzione dei tempi, dei costi e degli insuccessi.

A disposizione per qualsiasi approfondimento.

                                                                                                                                                                                                                             Hamilton SpA